Guida all’uso delle stoviglie compostabili: come smaltirle correttamente

Secondo un’indagine condotta da Global Markets Insights, il mercato delle stoviglie compostabili raggiungerà i 15,7 miliardi di dollari solo negli Stati Uniti. E in Europa? Il principale attore e promotore di soluzioni ecologiche e green alternative alla plastica monouso è la Germania: la sua crescita della quota di mercato è prevista del +5,1%. È evidente come questo sia un mercato in forte ascesa, da non sottovalutare non solo per la sua importanza a livello ecologico, ma anche tecnologico: esistono sempre di più valide alternative all’utilizzo della plastica monouso ed è importante conoscerle ed esplorarle. Per questo, nel seguente articolo, andremo a indicare i vantaggi dell’utilizzo di stoviglie compostabili e biodegradabili, indicando le differenze tra i due termini e i corretti metodi di smaltimento.

Compostabile VS biodegradabile: non sono sinonimi

Prima occorre fare un’opportuna distinzione: per legge, i materiali biodegradabili devono naturalmente decomporsi nell’arco di sei mesi, grazie all’azione di fattori atmosferici, batteri e microrganismi: l’oggetto si scomporrà in acqua, sali minerali e anidride carbonica, tutti elementi naturali che ritornano in natura.
I materiali compostabili si degradano nell’arco di tre mesi, trasformandosi in compost, una sostanza ricca di oligoelementi che nutrono il terreno: il prodotto finale è totalmente ecologico. La differenza tra i due tipi di decomposizione suggerisce il tipo di smaltimento che si può fare di questi prodotti.
Per capire se un prodotto è compostabile, bisogna controllare che sulla confezione sia riportata la dicitura UNI EN 13432 e una serie di simboli che certificano la compostabilità del prodotto (spesso accompagnati da “OK COMPOST”). 

Si ricorda che i prodotti compostabili non vanno dispersi nell’ambiente, ma smaltiti nei rifiuti organici perché indirizzati agli impianti di compostaggio industriale.

Dalla canna da zucchero al legno: i materiali più utilizzati

I materiali compostabili maggiormente utilizzati sono la polpa di cellulosa e di canna da zucchero (detta anche “bagassa”), un materiale estratto dalla lavorazione per frantumazione e spremitura della canna da zucchero. Si tratta di un prodotto estremamente resistente, per questo rappresenta un efficace sostituto del polistirolo. Spesso è utilizzato per realizzare contenitori per il cibo da asporto, in quanto resiste sia alle alte temperature che alle basse, dunque è perfetto per l’utilizzo in forni a microonde così come al frigorifero. Risulta ottimo anche con alimenti oleosi e umidi.

Un altro materiale comunemente utilizzato per le stoviglie, è il CPLA, amido di mais, una sostanza altamente resistente al calore, può stare a contatto con cibi caldi che raggiungono addirittura gli 85°! Inoltre, è un prodotto che ben si presta alla realizzazione di bicchieri e posate monouso.
Altri materiali estremamente comuni e utilizzati per produrre stoviglie biodegradabili sono la carta, il cartone e il legno. Infatti, il loro impatto ambientale risulta praticamente nullo, in quanto sono anche completamente riciclabili e ricavati dal riciclo e da foreste sostenibili, i cui arbusti, dopo essere abbattuti, vengono nuovamente piantati per evitare l’esaurimento.

Quali prodotti è possibile realizzare?

Dai bicchieri e accessori fino alle posate è possibile realizzare tutto ciò che è necessario per il trasporto degli alimenti: piatti biodegradabili di diversi formati, dal classico piatto piano fino al piatto pizza, ma anche contenitori quadrati, rettangolari e tondi, tovaglioli e sacchetti in carta, fino a bicchieri di diverse dimensioni. Esistono addirittura prodotti compostabili per il gelato, dalle coppette fino alle vaschette termiche per conservarlo.

Esiste la possibilità di acquistare anche kit per varie occasioni, come il kit caffè perfetto per gli ambienti di lavoro, il kit per le feste di compleanno o le cerimonie e da picnic.
Insomma, non ci sono più scuse, qualsiasi sia l’occasione, è possibile evitare l’uso della plastica e di altri materiali inquinanti per rivolgersi a soluzioni più eco-friendly.