Come è andata la quotazione oro negli ultimi anni?

In questi tempi di instabilità politica (ed economica), di insicurezza finanziaria e soprattutto di inflazione (la variazione del prezzo di un dato bene da un certo periodo di tempo ad un altro) ha fatto sì che una buona fetta di popolazione si sia adoperata per valorizzare, valutare e vendere quei beni che si possiedono da tanto tempo: beni immobili, gioielli, metalli preziosi, ecc..

 

Negli ultimi anni infatti, in concomitanza con l’implosione della crisi finanziaria mondiale, la compravendita di preziosi ha subito un’impennata nei grafici di mercato; tale fenomeno può essere spiegato dalla comodità di possedere liquidità nei tempi di crisi, ma fino a che punto è vantaggioso, per chi vende oggetti di valore (e in questo specifico caso oro) vendere tale metallo prezioso in un tale periodo di instabilità finanziaria?

 

 

La risposta ci può essere data da più concetti dell’economia e da qualche sito specializzato nella quotazione dell’oro in tale contesto.
In primo luogo, è fondamentale sapere che l’oro è da sempre valutato come un ottimo bene rifugio: cioè esso fa parte di quella classe di beni che possiedono un valore intrinseco, ‘reale’, e quindi non sono soggetti, come tutti gli altri beni, alla perdita o guadagno di valore a fronte dei fenomeni di inflazione o deflazione.
Detto in breve, il valore di mercato dell’oro non cala di fronte alla crisi in atto. Ciò rende l’oro (e gli altri beni rifugio, come i beni immobili, diamanti e altri minerali preziosi) estremamente versatile e comodo da utilizzare in questo specifico periodo di tempo.

 

 

Nonostante questo, certe variazioni di valore delle quotazioni oro, dovute allo spostamento dell’offerta e della domanda, sussistono nei precisissimi grafici finanziari in tempo reale.
Ad esempio, il principale punto di riferimento è la LBMA Gold Price di Londra, centro internazionale della valutazione dell’oro, che aggiorna continuamente i prezzi al chilo e all’oncia.
Le principali cadute a ascese del prezzo dell’oro si riscontrano dopo avvenimenti importanti nel mondo del commercio e della finanza: dall’anno 2006 (coincidente allo scoppio della crisi finanziaria mondiale) il prezzo del metallo nobile si è alzato costantemente (20 €/g), fino a raggiungere il picco massimo nel 2011 e lì assestarsi (60 €/g), per poi riscendere dopo le elezioni presidenziali statunitensi del 2013.

 

 

Il valore dell’oro è dunque sensibile ai fenomeni di mercato, ma non sembra esserlo altrettanto con i fatti politici, se non quelli di ampia portata.
Infine è da riportare la classificazione dell’oro: il valore aureo è determinabile anche dal suo grado di purezza, i cui gradi minori variano di valore più spesso dei gradi minori: detto in breve, le categorie di purezza sono definite ‘carati’, e partono da 0 a 24 classi di qualità; la categorie dai 20 ai 24 carati non soffrono di variazioni di valore identiche alle omologhe più basse, come da 0 a 10 carati.
Ciò significa che, in caso di variazioni repentine del prezzo dell’oro, il valore degli oggetti auriferi con carati più bassi varia più velocemente di quelli con carati più alti.