Da molti lavoratori è vista come una sorta di miraggio, che appare lontana e che necessita di molta strada per arrivarci. Il “miraggio” di cui parliamo naturalmente è l’età della pensione. Un traguardo importante per la vita di uomini e donne, dopo anni di sacrifici e spesso di duro lavoro. In Italia, l’età pensionabile ha visto diverse modifiche nel corso del tempo e quasi ciascun governo, soprattutto recentemente, ha apportato le sue novità pensioni. Tutto ciò in prospettiva, da un lato, di mantenere i conti pubblici in ordine e, dall’altro, di tener conto dell’allungamento dell’aspettativa di vita delle persone. Di conseguenza, in Italia ed in vari Paesi europei si è assistito ad un posticipo graduale dell’età pensionabile in generale (prospettando un’estensione del periodo lavorativo delle persone), tuttavia con alcune possibilità di anticiparla, sia pur con requisiti ristretti e decurtazioni importanti dell’importo. Comunque, quando si può andare in pensione in Europa?
Fare un confronto dei vari sistemi pensionistici nazionali non è semplice, in quanto vigono regole ed ordinamenti diversi, a seconda del Paese. Per quanto riguarda la Francia, si può andare in pensione già intorno ai 60 anni, tuttavia con differenze dovute ai contributi maturati e all’età di avvio del lavoro. Inoltre, per chi sceglie il pensionamento anticipato, si prevede una decurtazione in media del 5% dell’importo finale. Altrimenti, il minimo richiesto restano i 62 anni, per arrivare gradualmente fino ai 67 anni, per i nati dopo il 1955. La Germania prevede la pensione, senza riduzioni, per coloro che hanno maturato 45 anni di contributi, con un’età minima di 65 anni. Tuttavia, è previsto che quest’ultimo limite tenda ad aumentare gradualmente fino ai 67 anni minimi, entro il 2027.Esiste comunque la possibilità di pensionamento anticipato ma decurtato di circa il 3,5% annuo, per coloro che hanno maturato 63 anni di età e 35 di contributi. Stessi limiti per quanto riguarda la Spagna: infatti la pensione, ma ridotta in media tra il 6 e l’8%, si potrà richiedere da quei soggetti che posseggono tali requisiti anagrafici e contributivi.
Questo Paese prevede l’età minima per la pensione senza decurtazioni a 65 anni, in graduale incremento fino ai 67 entro il 2027. L’Italia, dopo la riforma Fornero del 2011, adotta un sistema graduale e complesso, che prevede differenti età anagrafiche e anni di contributi per la pensione. Per gli uomini, complessivamente, questa può essere richiesta intorno ai 66 anni, mentre per le donne, a seconda delle categorie di lavoro, tra i 64 ed i 66 anni. Tuttavia, dal 2021, l’età minima pensionabile sarà 67 anni ed in graduale crescita negli anni successivi. Esiste la possibilità di pensionamenti anticipati, intorno ai 62 anni, con decurtazioni in percentuale variabile in base ad età anagrafica e anni contributivi.