Oggi la crisi del mondo del lavoro in Italia e la difficoltà da parte dei giovani di essere assunti da una grande azienda è uno dei grandi problemi che affliggono la nostra società.
In questa situazione molti hanno scelto di aprire delle piccole start up o di lavorare da freelence cercando magari di trovare quell’ idea in grado di dare una svolta alla propria vita.
Il primo step burocratico da affrontare se si vuole avviare una piccola attività è quello di aprire una partita iva, che ci viene rilasciata dall’Agenzia delle Entrate e consiste in un numero identificativo per il soggetto, che deve applicare una specifica attività relativa all’imposizione fiscale indiretta.
Con l’Unione Europea si è resa necessaria la partita iva comunitaria, un codice particolare che grazie all’autorizzazione dell’Agenzia delle Entrate ci permette di effettuare delle operazioni con tutti i paesi membri dell’UE.
Tutte le imprese, per operare in ambito europeo, devono essere inserite all’ interno del VIES, acronimo di (VAT Information Exchange System) in modo che così possono effettuare tutte le transazioni all’interno dell’UE ed inoltre è possibile controllare se la partita iva del soggetto con cui si effettua lo scambio è in principio di validità.
Per ottenere la partita iva comunitaria è importante che l’azienda e il privato siano intenzionati a praticare degli scambi all’interno dell’ Unione Europea e quindi presentino una dichiarazione di inizio attività presso il centro dell’ Agenzia delle Entrate di competenza, a questo punto vengono inseriti all’interno del VIES, secondo la norma giuridica basata sul Regolamento UE 904/2010.
Un altro passo importante è quello di presentare una Comunicazione Unica relativa alle “Operazione Intracomunitarie”, in cui si dichiara la propria volontà a praticare delle operazioni all’interno del quadro comunitario.
Per quei soggetti che applicano delle operazioni attive, che comprendono acquisti e cessioni di beni all’interno dell’UE è obbligatorio compilare gradualmente un elenco, che comprende le operazioni intracomunitarie come viene riportata dalla circolare n. 39/2011 rilasciata dall’Agenzia delle Entrate
Vantaggi di una partita iva comunitaria
La partita iva comunitaria dal punto di vista fiscale non porta particolari vantaggi, poichè è uguale a quella italiana con la differenza che può raggiungere beni o servizi offerti un valore aggiunto sulle fatture emesse.
Anche con la partita iva europea è possibile scaricare l’IVA relativa a beni e servizi per l’attività con la differenza, che lavorando su un piano europeo può succedere che la percentuale di calcolo sul prezzo base del servizio può essere variabile ed ottenere quindi un rimborso superiore per l’ IVA versata.