Si della Svizzera allo scambio di informazioni in caso di dati rubati

Apertura dello stato elvetico per l’utilizzo assistenza fiscale anche nel caso di dati rubati a patto che lo Stato non abbia svolto un ruolo attivo per il reperimento di tali dati. Tale decisione è stata decisa con il testo sull’assistenza amministrativa approvato recentemente dal Consiglio federale Svizzero, in consultazione sino alla data del 2 Dicembre prossimo.

L’apertura in tale direzione segue la bocciatura di un provvedimento simile avvenuta circa due anni fa: in quel periodo i Cantoni e le varie associazioni economiche avevano infatti deciso di non dare la possibilità di fornire dati finanziari nei casi in cui le informazioni erano state reperite in modo non lecito. Successivamente, dal 2013 in poi, si è consolidata la prassi internazionale per cui le eccezioni allo scambio di informazioni tra gli stati avrebbero potuto esserci solo in particolari casi eccezionali. Alcuni casi per i quali le informazioni non possono essere fornite riguardano motivazioni di tipo politico, religioso oppure a sfondo razzista.

Con tale modifica di proposta di legge il Consiglio Federale ha chiarito alcune posizioni della Svizzera in materia di scambio di informazioni internazionali. I membri dell’esecutivo hanno infatti stabilito che il paese elvetico non entrerà nel merito di domande di assistenza amministrativa le cui informazioni siano state ottenute con dati rubati e per il reperimento delle quali la Nazione interessata abbia avuto un ruolo di comportamento attivo.

E’ stato inoltre ribadito che i contribuenti esteri coinvolti avranno in ogni caso salvi i propri diritti di ricorso legali rispetto allo scambio di dati relativi a clienti bancari nel quadro dell’assistenza amministrativa. Allo stato attuale la prassi in vigore in caso di informazioni sottratte illegalmente ha di fatto rallentato l’assistenza amministrativa con altri paesi. Ad esempio alcune nazioni come l’India (Stato che ha inviato numerose richieste di assistenze sulla base dei nominativi di cittadini indiani contenuti nella lista Falciani) e Francia negli ultimi anni non hanno avuto seguito alle richieste presentate.

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