Birra e tasse: mezza pinta se la beve il Fisco

Il cambiamento è passato quasi inosservato, almeno per la maggior parte di noi consumatori, ma i commercianti del settore birra hanno accusato il colpo: dal 1° gennaio 2015 lo Stato italiano ha aumentato le accise sulla “bionda”, portandole al 45%. Praticamente, per ogni pinta che ordinate e pagate al barista, la metà se la “beve” il Fisco. E cosa comporta questo? Prima di tutto un graduale aumento dei prezzi da parte dei produttori e di conseguenza di chi vende, soprattutto nei locali che più accusano tale cambiamento. Vi è già capitato, durante una delle feste private a Roma alle quali avete partecipato, di notare l’aumento della birra di 20,30 o anche 50 centesimi di euro? Ecco, ora sapete il perché.

Tre aumenti in 15 mesi

La crescita delle tasse imposte sulla birra da parte dello Stato sono aumentate vertiginosamente in soli 15 mesi. Dal mese di ottobre 2012 ad oggi, infatti, il Fisco ha chiesto complessivamente il 30% in più, passando quindi dal 15 al 45% di tasse. Andando così a mettere ulteriormente i bastoni tra le ruote di un settore già in crisi – come molti nell’Italia degli ultimi 5 anni – ch soffre moltissimo la competizione con i principali produttori europei. Basti pensare che in Spagna e Germania le tasse sono inferiori, rispettivamente, 3 e 4 volte rispetto all’Italia. E i teutonici sono già di per sé leader nell’esportazione della bevanda più amata e diffusa nel mondo.

La lotta di Assobirra

L’associazione nazionale di produttori di birra italiani è sul piede di guerra da mesi. Con una campagna pubblicitaria a tappeto e continue sollecitazioni mediatiche sta cercando di far cambiare le cose in Parlamento, ma nemmeno gli emendamenti presentati da un centinaio di senatori sono serviti a far tornare sui propri passi chi di dovere. Eppure i dati parlano chiaro: abbassando le accise sulla birra i produttori prevedono settemila posti di lavoro creati nell’immediato. Mentre stanti così le cose, non solo si perderebbero lavoratori – andando ad ingrassare le fila dei cassintegrati – ma lo Stato perde addirittura dei soldi: -62% di incassi, considerando una flessione dei consumi inevitabile conseguenza degli aumenti. Insomma, quanto conviene allo Stato picchiare duro sui birrai?